Ghost Car (Seconda parte)

   “In quel caso, sempre attraverso il satellite, bloccheremmo il congegno montato in quella auto. Non siamo sprovveduti, abbiamo pensato a tutto, anche a farlo off-line, quando il mezzo viene parcheggiato e nessuno ne sta facendo uso.”

   Adesso mi trovo fuori dall’officina, con le chiavi in mano, e osservo alcuni adesivi che hanno messo sugli sportelli e sul cofano. La scritta è nera e dice: Autovettura sperimentale dotata del dispositivo Ghost Car.

   Apro lo sportello con cautela e osservo il cruscotto. I meccanici mi hanno spiegato dove hanno montato il tasto di avvio del dispositivo. Mi affaccio all’interno con prudenza e lo vedo subito, proprio a sinistra dell’accendi sigari. Un pulsante rosso acceso spicca sul nero della plastica di cui sono fatti gli interni della macchina. In pratica un cazzotto nell’occhio.

   “Quando lo premerò, non succederà assolutamente nulla” mi sono detto a voce bassa, quindi sono salito in auto, chiudendo la portiera.

   Mi sono addentrato nel traffico di Roma, tornando verso casa. A ogni semaforo rosso, davo un’occhiata a quel bottone, ma avevo un po’ di paura a premerlo. Mi sono tornate in mente quelle regole del messaggio, quindi ho deciso di fermarmi a un benzinaio per preparare tutto l’occorrente.

   Ho montato sul paraurti la mia GOPRO nera, ho fissato una SONY HD sul pannello del portabagagli e ho bloccato sul cruscotto il cellulare, pronto a filmare.

   Male che vada, faccio qualche video al traffico di Roma, ho pensato. Quindi ho avviato le tre registrazioni e sono salito. Motore acceso e auto ferma. Schiaccio il pulsante rosso e mi sento emozionato.

   Avverto delle strane vibrazioni e vedo alcune persone che si fermano a guardare, qualcuno prende in mano il telefono. Ho i finestrini alzati e non riesco a sentire quello che si dicono.

   Sul display dell’autoradio appare una scritta che non avevo mai visto: Attendere prego. Dispositivo in attivazione. La scritta scorreva da sinistra verso destra. Procedere con prudenza. Buon viaggio da Ghost Car Solution.

   Metto la prima e tolgo la frizione. Intanto, sul piazzale del benzinaio, si è radunata una piccola folla di curiosi che osserva la mia macchina. Che diavolo ha che non va?

   Mentre mi immetto sulla strada, vedo un riflesso strano sulle vetrine di un bar e non mi accorgo della fila di auto davanti a me. Non avviene nessun urto. Con stupore, passo attraverso la prima macchina e sento un leggero formicolio a braccia e gambe. Per un attimo mi è sembrato di sentire delle voci, forse di quelli che ho appena attraversato.

   In pochi minuti ho raggiunto il semaforo, passando dentro a una decina di macchine ferme. Alcuni suonavano, qualcuno aveva aperto lo sportello ed era sceso, incredulo.

   A dire la verità, non riuscivo a crederci nemmeno io.

   Ho proseguito a viaggiare sulla corsia di destra, senza frenare, mentre mi avvicinavo all’ennesima auto e la superavo passandoci attraverso. Stavo guidando un’auto fantasma.

   Sul display ora appare un’altra scritta: Prestare attenzione, mancano due minuti al termine del funzionamento assicurato del congegno. Esaurito il tempo, fermare il veicolo e premere di nuovo il tasto per disattivarlo. Grazie per la vostra fiducia.

   Decido di fermarmi, così accosto e metto le quattro frecce. Premo il bottone e quelle strane vibrazioni cessano immediatamente.

   Qualcuno si ferma dietro e mi lampeggia. Io lo ignoro e cerco di ripartire appena il traffico me lo consente.

   Ora sono a casa e con me ho tutte le videocamere che ho usato poco fa. Sono curioso di vedere ogni singolo fotogramma, così riverso le memorie su PC. Ho trenta minuti di video da esaminare.

   L’auto è parcheggiata in garage e non corre rischi.

   Controllo i filmati e non riesco a credere ai miei occhi. La videocamera montata sul paraurti anteriore ha ripreso ogni istante in cui la macchina passava dentro le altre, senza causare il minimo danno. Adesso mi sento elettrizzato per questa inedita esperienza.     

Ultime novità

Come avrete notato, ho ripreso ad aggiornare il blog. Per parecchi mesi sono rimasto fermo, bloccato, sia sul lato scrittura, che quello della lettura. Ora, però, tutto si sta muovendo di nuovo.

In ballo ci sono molte cose: due romanzi da terminare e svariati racconti da continuare.

Ho ripreso a scrivere Dreamworld – Sean Balducci, il seguito di Io, Katy e Lupo. Nel primo romanzo, mi è anche stato fatto notare da parecchi lettori, mancano diverse risposte sui sogni che fanno i Dreamers. C’è tutto un meccanismo abbastanza complesso, ecco perché il seguito ha molta importanza per me. Spero di terminare la prima stesura entro dicembre.

Ghost Car è un racconto di fantascienza scritto in poche ore, anche se l’idea principale ce l’avevo in mente da tempo: troppo ore in mezzo al traffico, temo.

Ho anche ripreso a scrivere Sogno Globale, nel blog ci sono già due parti pubblicate e, presto, chi vorrà, lo potrà leggere.

Magic Warehouse – Questi mobili che magia è un altro romanzo che ho già iniziato, ma è fermo per dare la precedenza a Dreamworld.

La casa editrice Lettere Animate ha chiuso, quindi Any man e Angeli, Diavoli e Zombie sono svincolati dai vecchi contratti di edizione. Li ripubblicherò su Amazon, migliorati e ampliati, con copertine nuove e storie inedite.

Per quanto riguarda le letture, invece, mi sono addentrato in “La casa in fondo a Needless street”. L’autrice è Catriona Ward e la storia, per adesso, mi sta piacendo. Ha dei punti di vista diversi, particolari, ma intriganti. Il genere è thriller.

Appena avrò terminato la lettura, ve ne parlerò volentieri.

Ghost Car (prima parte)

Siete stanchi di passare ore e ore in mezzo al traffico cittadino?

Siete in ritardo a un importante appuntamento di lavoro, oppure con la vostra dolce metà?

Avete difficoltà a parcheggiare la vostra auto?

Affidatevi al nuovo brevetto della Ghost Car Solution, e non patirete più le interminabili code cittadine.

Stiamo sviluppando un avveniristico congegno che eviterà incidenti mortali, o con feriti, o semplici fastidiosi sinistri. E tutto questo con un semplice click dall’abitacolo della vostra auto.

   Pochi giorni fa mi era arrivato un SMS particolare, strano, non quei messaggi sgradevolissimi dichiaratamente SPAM. Il testo diceva:

Vuoi diventare collaudatore per il futuro dei mezzi di trasporto? Vuoi testare in prima persona l’assoluta novità che rivoluzionerà il traffico in tutto il mondo? Tu ci metterai la tua auto, noi il nostro congegno appena brevettato. A patto che, quando testerai la Ghost Car, ti munirai di telecamere esterne e interne, per registrare in diretta ciò che avverrà intorno a te. Sarà un’esperienza che ti toglierà il respiro. Ah, la durata massima del funzionamento garantito, per ora, è di dieci minuti assicurati.

Ci sono alcune regole da seguire:

1) Prima di avviare il congegno, ricordati di fermare l’auto. È tassativamente obbligatorio per assicurarsi che il meccanismo di trasformazione non crei danni a terzi.

2) Quando riterrai opportuno usare il dispositivo, ricorda di non invadere la corsia opposta: tu conosci le funzionalità del prodotto, gli altri no. Potresti provocare incidenti, oppure panico fra gli automobilisti. La sicurezza stradale va sempre rispettata.

3) Allaccia sempre le cinture di sicurezza e non usare il telefono mentre sei alla guida.

4) Se hai bevuto alcolici, non metterti alla guida, anche se hai a disposizione il nostro dispositivo.

5) Non oltrepassare i limiti di velocità, guida responsabilmente e rispetta il codice della strada attualmente in vigore.

Rispondi con un SI a questo messaggio e ti ricontatteremo per fissare l’appuntamento.

   Beh, dopo aver letto questo invito, sono rimasto incuriosito. Prima di accettare, avevo fatto qualche ricerca in rete, per capire se fosse stata una sorta di truffa. Sembrava di no. Hanno anche un sito. Quindi gli ho inviato il mio SI. Pochi minuti dopo ho ricevuto una telefonata e mi hanno fissato l’appuntamento.

   Mi sono recato in auto nella loro officina. Mi hanno chiesto di lasciarla per almeno un’ora, mentre mi avrebbero illustrato cosa avrei dovuto fare.

   La segretaria, molto cordiale, mi ha fatto firmare alcuni fogli: si trattava di una modifica sperimentale all’auto e che, in caso fosse successo qualcosa, la responsabilità sarebbe ricaduta sul sottoscritto. In cambio mi avrebbero lasciato il congegno e, con l’esperienza, avrei imparato a gestirlo nel migliore dei modi.

   “Quando premerò quel pulsante, cosa succederà effettivamente?” le ho chiesto. Assolutamente niente. Mi sono risposto.

   Io ero seduto sulla sedia, i fogli sparsi sulla scrivania con la mia firma ben leggibile. Lei mi ha sorriso rispondendo: “In parole povere, la sua macchina diventerà un fantasma, uno spettro, mi creda.”

   Si lallero, mi sono detto.

   Poi aggiunse: “Il suo dispositivo è collegato a un nostro satellite, che controllerà quello che succede. In caso di problematiche, l’avviseremo tempestivamente.”

   Annuisco in silenzio, però una domanda mi esce per pura curiosità: “Ammettiamo che sia tutto vero, non avete pensato all’uso che ne potrebbe fare qualche malintenzionato?”

   “Una banda di rapinatori in fuga intende?”

   “Già, proprio loro.”

Il massacro del monte Rainier – cosa ne penso

Ultimo libro letto: Il massacro del monte Rainier, di Max Brooks.

335 pagine

Genere horror – thriller

Editore Mondadori

Trama

Greenloop è una piccola comunità esclusiva eco-tech, un insediamento idilliaco isolato fra i monti, ai piedi di un imponente vulcano: il Monte Rainier. A Greenloop le case sono case intelligenti, alimentate da pannelli solari, e utilizzano i rifiuti per produrre metano, i rifornimenti sono portati da droni e furgoni elettrici senza conducente, insomma le tecnologie più avanzate sono al servizio dell’ambiente. È qui che Kate e Dan hanno trovato una nuova casa fra persone che la pensano proprio come loro, nella speranza che questo rappresenti un nuovo inizio per il loro matrimonio. Ma quando il vulcano nelle vicinanze comincia a eruttare, Greenloop si trova tagliata fuori dal resto del mondo e dalla consegna settimanale di generi alimentari. In breve la situazione nell’insediamento si fa molto preoccupante: l’inverno è alle porte e ogni notte si sentono delle urla più o meno lontane. Da qualche parte nei boschi si aggirano fameliche divinità misteriose e spietati predatori, creature simili a scimmie altamente sviluppate guidate da un feroce istinto di sopravvivenza. E ogni notte le urla si avvicinano…

Quando finalmente la cenere dell’eruzione del Monte Rainier si posa e la furia distruttiva del vulcano si calma, qualcuno si rende conto che la storia del terribile massacro di Greenloop è rimasta inspiegabile e che è giunto il momento di provare a far luce su quanto è successo. I diari di Kate Holland fortunosamente salvati raccontano una storia troppo straziante – e troppo sconvolgente nelle sue implicazioni – per essere dimenticata: la storia di un piccolo gruppo di umani da soli alle prese con terribili predatori. Una storia di ferocia e morte che è un viaggio scientifico ai confini tra verità e finzione.

Un horror appassionante sull’illusione umana di aver domato le forze distruttive della natura grazie alla tecnologia. Una storia terribile, per tempi terribili come i nostri.

Lettura terminata oggi, quindi fresca. Brooks precedentemente ha scritto War World Z, immaginando una serie di interviste a possibili testimoni e attori in quella guerra con i Non – morti, che ho apprezzato tantissimo. Ecco, la struttura è molto simile e da, al lettore, la possibilità di immergersi nella lettura da più punti di vista.

Il monte Rainier entra in attività, colate laviche scendono lungo i lati della grande montagna e Greenloop viene totalmente isolata. Nemmeno la rete funziona.

Gli animali fuggono, quindi molti predatori cercano di sopravvivere spostandosi. In questo romanzo si parla di Natura, predatori e prede ma non solo.

L’impianto narrativo è solido, secondo il mio punto di vista. Non ci sono tanti personaggi ma, quelli che tratteggia Brooks in questo romanzo, sono solidi e sfaccettati.

Katie e Dan Holland – una coppia sposata – sono gli ultimi ad arrivare a Greenloop, un piccolo borgo eco sostenibile. Katie è una delle voci narranti, la principale e quella che può raccontarci tutta la storia vissuta fino alla totale distruzione della località. Katie, sotto consiglio della psicologa, inizia a scrivere tutto ciò che le accade da quando si sono insediati nella loro villetta a due piani. Un altro personaggio importante (che ho apprezzato molto) è Mostar, una donna che proviene dall’est Europa ed è diventata un’artista con il vetro e il ferro, quasi una scultrice particolare.

Attraverso il diario di Katie, il lettore scoprirà la trasformazione di tutti i personaggi, dal primo giorno di insediamento, fino all’epilogo. Questo, a mio modesto parere, è uno degli altri punti di forza. L’arco narrativo è di circa due settimane, con l’inverno rigido alle porte.

Questa storia ha anche il pregio di catturare il lettore, che già conosce il finale, e spingerlo a leggere tutti gli avvenimenti che costellano i personaggi. La sopravvivenza, la guerra tra predatori e prede, e quel cambiamento che avviene in ogni essere vivente durante le crisi impreviste. Durante la lettura, già a metà romanzo, mi sono chiesto: Ma dai, vivete in America, patria di armi per la difesa legittima e personale, e non avete nemmeno una pistola, un fucile? Come per magia, è come se il romanzo mi avesse risposto. Durante una delle tante interviste, oltre al diario di Katie, potremo leggere anche quella fatta alla Capo Ranger Josephine Schell, in cui spiega che Tony Durant (il creatore di Greenloop) non ammetteva né armi e né animali domestici, come i cani per esempio. Questa comunità era nata per convivere con la Natura, di cui era circondata, e niente doveva modificarla o intralciare la naturale crescita e la simbiosi che si cercava di creare.

In questo romanzo troverete tanta suspense e la voglia di capire esattamente cosa sia successo.

Straconsigliato.  

Dreamworld 2 – Quarta parte

  

Roberto Cavia sorrise: “Sei tu l’investigatore e sai già come muoverti per dei controlli. A cosa ti serviamo noi?”

   “Una fonte attendibile mi ha messo al corrente che questa sera ci saranno parecchi problemi in piazza.”

   “Beh, a me e ai ragazzi piacciono i problemi. Siamo qui per risolverli.”

   “Ecco perché ho pensato a voi.”

   Roberto non disse nulla. La richiesta gli sembrò strana, diversa dalle altre volte, come se avesse usato un canale differente. Di solito gli gettava sul piatto ogni piccolo dettaglio, pagamenti per il servizio, quale scopo avesse l’intervento della sua squadra. Tutto e subito, prendere o lasciare. Questa volta, invece, non gli aveva detto nulla, a parte qualche frase per incuriosirlo.

   “Sai come lavoriamo noi. Devo sapere tutto, anche il più piccolo dettaglio.”

   Stefano gli sorrise: “Informazioni di prima mano, giusto?”

   “Giusto. Solo così posso muovermi con l’intera squadra.”

   Stefano fece un sospiro profondo, poi disse: “Questa sera moriranno due persone. Non chiedermi come faccio a saperlo. Per questa faccenda ci penserò io, non è quello che mi preoccupa.”

   “Moriranno due persone?”

   Stefano si alzò dalla sedia, Roberto non gli tolse gli occhi di dosso.

   “Mi serve un controllo capillare del perimetro di Piazza Risorgimento, soprattutto la parte oltre l’edicola. Tutto quello che succede dall’altra parte delle transenne che hanno messo.”

   Roberto strizzò gli occhi, come se non avesse capito la sua richiesta. “Quali transenne?”

   “Una parte della piazza è stata transennata. Nessuno può passare. A controllare i varchi ci hanno messo un servizio di controllo straniero. Sono uomini armati.”

   “Non aggiungere altro.” disse Roberto, “Vorrei conoscere la tua fonte. E quelli che moriranno? Che legame c’è tra i due eventi?”

   “Lascia perdere.” disse Stefano, “Fa come se non ti avessi chiesto nulla.” Fece per andarsene ma si girò per avvertirlo: “Se questa sera esci, mettiti un impermeabile. Se userai un ombrello, lo butterai dopo due minuti. Ci sarà un temporale bello tosto, grandine, acqua e fulmini.” E aprì la porta per uscire.

  “Ma se al meteo hanno detto che non cadrà una sola fottuta goccia d’acqua!” urlò Roberto per farsi sentire.

   Roberto Cavia rimase solo e l’incontro con Stefano lo aveva interdetto. Erano ottimi conoscenti e non lo aveva mai visto così evasivo. Avevano condiviso molti lavori insieme (a lui piaceva chiamarle collaborazioni), e mai gli era capitata una cosa del genere. Due realtà come le loro potevano convivere e prosperare nel campo degli affari.

  Intanto gli rimase in mente la frase sulle due persone che avrebbero perso la vita. Come diavolo faceva a sapere di due persone morte? Quindi si sarebbe potuto trattare di omicidio, pensò rovesciando le due sedie e appoggiandole sul tavolo.

   La porta del locale si aprì ed entrarono tre persone.

   “Disturbiamo?” chiese David Chang insieme a Filippo Doni e Rebecca De Vito.

   Ora, la squadra di Roberto era al completo. Mesi prima erano tutti appartenuti alle Forze Armate italiane e, una volta congedati, avevano deciso di aprire un’attività che non avrebbe insospettito nessuno. L’idea era continuare a lavorare nel ramo più congeniale: scorte, controlli di sicurezza ed eventuali missioni all’estero. Avevano un curriculum professionale di tutto rispetto e si erano abituati a lavorare insieme, sempre. Per qualsiasi incarico procedevano con lo studio del territorio in cui avrebbero interagito, avrebbero calcolato ogni possibile variante e poi procedevano al piano A, B o C. In caso fosse accaduto un imprevisto, dovevano procedere con l’intuito e l’istinto per terminare la missione a qualsiasi costo.

   “Abbiamo visto uscire Stefano.” disse Rebecca, “Che cosa gli hai detto?”

  Roberto se ne stava in piedi di fronte a loro, le mani lungo i fianchi: “Niente. Era venuto a chiederci supporto per questa sera.”

   “Un po’ poco come preavviso, non trovate?” s’intromise Filippo.

Un piccolo odio – cosa ne penso

Joe Abercrombie è un autore che non conoscevo, fino a qualche mese fa. Un giorno, in libreria, ho visto la copertina di Un piccolo odio e non ho potuto fare a meno di leggere la quarta di copertina. Di cosa parla questo romanzo?

Trama:

Savine dan Glokta è la figlia dell’uomo più odiato del regno, l’Arcilettore, a sua volta pronta a diventare la serpe più velenosa degli affari e delle industrie, se questo le garantirà un primato in un mondo in cui sembrano comandare solo gli uomini. Leo dan Brock, il Giovane Leone, attende di essere nominato Lord Governatore per respingere le aggressioni di Crepuscolo il Possente e dei suoi uomini del Nord, ma imparerà che le leggende degli eroi nascondono molte zone oscure, fatte di tradimenti e compromessi. Vick si è unita agli Spezzatori che intendono difendere i lavoratori dalle misure rapaci dei padroni, ma nasconde una decisione presa anni fa, nei gelidi campi di prigionia. Grosso è un veterano di guerra che vorrebbe dimenticare gli orrori degli assedi e la forza micidiale che si annida nelle sue mani tatuate, ma passato e violenza non sono mai troppo lontani. Il vecchio Trifoglio vorrebbe solo starsene seduto a insegnare un po’ di arte della spada, ma sarà costretto ad accompagnare e consigliare un manipolo di giovani che lo irridono, e non conoscono la belva che è stato e può ancora essere. Il Principe Coronato Orso deve decidere se sprofondare definitivamente sotto le droghe, le cortigiane e il vino, oppure se mettere la sua intelligenza a servizio d’un sogno più grande, per sé e tutto il reame. I loro cammini si incroceranno e affronteranno una nuova età di tecnologia, potere economico, barbarie e follia, insurrezioni popolari e congiure di palazzo, duelli brutali nel Cerchio di scudi e il ritorno della magia. Sì, perché, se antichi stregoni decidono di allearsi con banchieri e ingegneri, al Nord invece la giovane Rikke scopre di possedere un dono invidiato e maledetto, la Vista Profonda, la capacità di vedere le ombre del passato e gli spettri del futuro. E come deciderà di impiegarla determinerà il destino di tutti.

Va detto che questo libro è il primo di una nuova trilogia: L’età della follia, Abercrombie ne aveva già scritta una – La prima legge – che non ho ancora letto.

Se avete amato ciò che ha scritto Martin, credo che anche queste storie possano fare al caso vostro. Il mio primo approccio con questo autore è stato ottimo e leggerò sicuramente il seguito, già pubblicato da qualche mese.

Lo stile di Abercrombie è un pugno nello stomaco, in senso buono, eh. Semplice, diretto, essenziale e brutale. I personaggi, come scritto nella quarta di copertina, sono parecchi e s’intrecciano in questo mondo Epic – Fantasy costruito in maniera accattivante. Certo, l’autore aveva un world – building già pronto e rodato grazie alla prima trilogia, ma non è scontato che un seguito possa piacere quanto i primi libri.

I capitoli sono molti e, spesso, anche brevi, ecco perché i punti di vista s’intersecano spesso. Questo è un altro pregio del romanzo. I personaggi, inoltre, sono molto sfaccettati e mai banali. Rikke è una dei miei preferiti.

I dialoghi li ho trovati perfettamente plausibili, quanto i luoghi descritti nella narrazione. Anche se non ho letto i fatti antecedenti, lo scrittore è riuscito a farmi entrare in queste pagine senza annoiarmi. Lettura consigliata.

Ossessione – Stephen King

Oggi vi parlerò di un romanzo particolare, scritto da Stephen King con lo pseudonimo di Richard Bachman nel 1977. La particolarità di questo libro è che oramai è quasi introvabile, ma ho trovato dei link su Amazon con prezzi altissimi, per veri collezionisti.

Di cosa parla questo libro?

Charlie è un ragazzo come tanti, uno studente che vive in provincia e che cerca di trovare la sua strada. Una mattina viene convocato dal preside della scuola e, per una bravata commessa tempo prima, viene sospeso. Questo avvenimento innesca una miccia pericolosa.

Ossessione è un romanzo che ho apprezzato molto, perché si tratta di una storia breve ma intensa.
Il personaggio principale è Charlie, un ragazzo “normale”, come la maggior parte dei suoi compagni di classe.
Il libro, scritto in prima persona, riesce a sprofondare il lettore nella storia. Ricco di flashback sul passato di Charlie, ma che non smorza la curiosità di voltare pagina, fino all’epilogo.
A volte, nella nostra mente, può incrinarsi qualche ingranaggio. Non si tratta di semplice pazzia, anche perché Charlie ha una mente lucida, ma non ha un piano prestabilito.
Il ragazzo decide di prendere in ostaggio la sua intera classe, e lo fa con aggressiva lucidità. Non ha paura delle conseguenze.
Fra rapitore e ostaggi si istaurerà un legame curioso e di rispetto.

Ossessione lo definirei un romanzo tra l’horror e il thriller molto ben costruito.
Anche con questo romanzo King non mi ha deluso.

Cosa leggere di Stephen King [Quarta Parte]

Un altro libro scritto da King che mi sento di consigliare? Pet Sematary e lo suggerisco per diversi motivi.

Autore Stephen King

Titolo Pet Sematary

Pag. 417

Genere Horror

Trama

Il dottor Louis Creed ha appena accettato l’incarico di direttore sanitario dell’Università del Maine, e con un certo entusiasmo: posizione di prestigio, magnifica villa di campagna dove Eileen e Gage, i suoi bambini, possono crescere tranquilli, vicini gentili e generosi in una cittadina idilliaca lontana dal caos metropolitano. Persino Winston Churchill, detto Church, il loro pigro e inseparabile gattone, sembra subito godere dei vantaggi della nuova situazione. Ben presto, però, la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti: piccoli incidenti inspiegabili che coinvolgono i bambini, pericolosi e giganteschi camion che sfrecciano sulla superstrada proprio sotto casa Creed, incontri diabolicamente sorprendenti e, soprattutto, sogni. Sogni oscuri e terribilmente realistici che perseguitano Louis da quando ha visitato il Pet Sematary, il cimitero dove i ragazzi di Ludlow seppelliscono da sempre i loro animali domestici. Ufficialmente. Perché oltre quella radura, nascosto tra gli alberi, c’è un altro terreno di sepoltura, ben più terrificante. Un luogo carico di presagi e di richiami, spaventosi quanto irresistibili, provenienti da un altro mondo. Un luogo dove al dottor Creed toccherà una scoperta raggelante: a volte è meglio essere morti… Pet Sematary, definito dal Washington Post «folle, potente, disturbante», è un vero e proprio classico della letteratura horror, ispirato, parola di King, da un leggendario racconto popolare: La zampa di scimmia.

Quasi tutti avranno visto i film tratti da questo romanzo, ma, credetemi, leggerlo sarà ancora più coinvolgente. Anzi, non ci sono proprio paragoni.
King, con questa storia, riesce a costruire il dramma della morte, della perdita in famiglia, con angoscia crescente.
Premetto che avevo iniziato la lettura dopo aver perso Max, il mio cane che è stato in famiglia per nove anni. Perciò mi sono immedesimato molto. Però ditemi chi, nel tempo, non ha perso un cane o un gatto a cui era affezionato.
Poi si passa ad una sorta di angoscia più profonda. Il libro è scorrevole, le pagine le sfoglierete una dopo l’altra immergendovi nella tragedia che l’autore ha costruito con attenzione.
Questo romanzo lo consiglio agli amanti del genere, ma anche a chi volesse accostarsi per la prima volta al re del brivido. Dopo questa lettura, ne sono sicuro, leggerete altro di Stephen.

Cosa leggere di Stephen King [Terza parte]

Breve premessa.

È molto che non aggiorno il blog ma non ho mai pensato di smettere, come non ho mai pensato di smettere di scrivere. Quindi scusate la mia lunga assenza. Anche le mie pagine social sono rimaste ferme, congelate per quasi due anni. Per chi fosse interessato, lentamente, sto riorganizzando le idee per riprendere anche a scrivere racconti e romanzi. Prossimamente pubblicherò un racconto inedito, forse a puntate, dal titolo Azovstal. Sappiamo tutti cosa sta accadendo in Ucraina e a Mariupol. Azovstal è un luogo di particolare interesse. Azovstal è un complesso di fabbricati in cui risiede una delle più grandi acciaierie d’Europa. Ha un’importanza strategica.

Tornando al racconto, prenderò in prestito quattro personaggi di Dreamworld – Sean Balducci (il seguito di Io, Katy e Lupo) e li trasporterò fra le lamiere contorte di quell’acciaieria. Fine della premessa.

Il post di oggi sarà incentrato su Stephen King e su quali romanzi possano essere letti dai nuovi potenziali lettori.

22-11-63

Autore Stephen King

Genere Fantascienza

Pagine 768

Trama:

Il 22 novembre 1963 tre spari risuonarono a Dallas, il presidente Kennedy morì e il mondo non fu più lo stesso. Se fosse possibile cambiare il corso della Storia, tu lo faresti? È quello che si domanda Jake Epping, tranquillo professore di Lisbon Falls, Maine, quando scopre che la tavola calda del suo amico Al nasconde un segreto. La dispensa è in realtà un passaggio temporale e conduce al 1958. Per Jake è una rivelazione sconvolgente, eppure l’incredulità non gli impedisce di tornare ai favolosi anni Sessanta e cominciare una nuova esistenza nel mondo di Elvis Presley e James Dean, del twist e delle automobili interminabili. Un mondo in cui Jake si lascerà coinvolgere in una missione straordinaria: fermare Oswald e salvare Kennedy. Sovvertendo per sempre tutte le regole del tempo. E della Storia.

Alla fine del libro potrete leggere una postfazione molto interessante. Intanto va detto che questa storia ha atteso decenni prima di essere terminata. E questo lo capisco, è giusto, anche per la mole di documentazione che c’è stata dietro. King ci racconterà con quante persone ha interagito, durante la stesura del romanzo.
È scritto in prima persona e il personaggio principale è un professore di letteratura. Jake Epping ha un solo vero amico, che gestisce una tavola calda. Al, questo è il nome del suo amico, un giorno gli rivela un segreto: nella dispensa del locale c’è un passaggio temporale. Chiunque lo varchi, si ritroverà nel 1958.
Al gli racconta questa storia perché ha i giorni contati a causa di una malattia. Al vuole che il professor Epping attraversi quel cunicolo, segua il suo piano dettagliatamente studiato, e salvi la vita al presidente Kennedy, nel 1963.
Il romanzo ha una trama che ti tiene incollato alle pagine. Jake Epping vivrà un’esperienza indimenticabile e la farà vivere anche a noi lettori.
Il romanzo è complesso anche per le sottotrame, visto che il professore sarà costretto a “vivere” una nuova vita nel passato. Conoscerà persone e custodirà diversi segreti. Per cinque lunghi anni dovrà capire tutto di Oswald, finché non arriverà il giorno dell’attentato.

Io ti troverò – di Shane Stevens

Io ti troverò.

Autore: Shane Stevens

Fazi editore

Pag 978

Genere: Thriller

€19,50

A dieci anni Thomas Bishop viene internato in una clinica psichiatrica dopo aver ucciso la madre che lo seviziava da sempre.
Quindici anni dopo, evade dall’istituto e dà inizio a una fuga sanguinaria sul cui cammino sono ancora le donne a cadere. Un omicidio, due, poi saranno decine. Bishop tortura e uccide spostandosi da Las Vegas a Chicago, a New York.
Un personaggio intero ma straordinariamente umano, del quale Shane Stevens è cronista implacabile raccontandone nel dettaglio l’infanzia e gli anni di reclusione, le quotidiane strategie di sopravvivenza e la ferocia omicida. Ne emerge un indimenticabile ritratto della follia, di quel concatenarsi di storie, incontri o mancati incontri che conducono un uomo a cedere alla violenza, all’orrore, alla distruzione dell’altro e di sé.
E accanto a questa ombra che ferisce a morte le grandi metropoli del continente, emerge il volto oscuro dell’America degli anni Settanta, restituito attraverso il racconto di una caccia all’uomo che coinvolgerà tutti, poliziotti e giudici, politici e giornalisti, beffati dall’astuzia dell’assassino e incatenati, loro malgrado, alla sua testarda, deviata umanità.

Ho terminato la lettura di questo libro e penso sia un capolavoro.

Quale potrebbe essere il Target di lettori? Oh, penso che lo possano leggere tutti, anche chi non ama il genere: il thriller.

Breve premessa: l’autore ha scritto il romanzo negli anni 70, pubblicato negli Usa nel 1979 e, adesso, tradotto e stampato in Italia.

Pensando alla trama, alla storia complessa che ha saputo scrivere Stevens, non può che venirmi in mente un’intricata ragnatela di eventi e di personaggi. In gioco non ci sono solo le donne massacrate da Bishop, c’è la politica di quell’epoca, ci sono giornalisti in cerca scoop, la polizia che brancola nel buio per quasi tre mesi.

In realtà, quello che leggerete, non sono altro che tre libri in uno. Un volume corposo. Un inedito incrocio tra romanzo thriller e uno spietato resoconto dei fatti avvenuti.

I personaggi sono molti – e questo a qualcuno ha dato fastidio – ma non al sottoscritto. Sono svariati anche i punti di vista, anche se Stevens non salta da uno all’altro a casaccio, ma segue il disegno che aveva in mente.

Il lettore conoscerà bene Thomas Bishop e lo seguirà ovunque, ascoltando i suoi pensieri perversi, lucidi, folli. Conoscerà ogni sua mossa, i punti di vista, anche gli incubi che tormenteranno le sue notti nelle varie città. Un lungo viaggio scandito dagli omicidi e dal suo modus operandi.

Una cosa che ho apprezzato di Stevens, è anche quella ricerca perfetta sulla vita dell’assassino. Sin dalla nascita, proseguendo con la crescita insieme a una madre leggermente disturbata.

Leggendo quello che hanno passato la madre e il padre di Thomas, l’autore ci conduce e ci mostra il seguito della storia di questo uomo. Ce lo rende reale. Ci fa comprendere ogni suo folle pensiero: folle per noi che leggiamo! Ecco, lo rende credibile.

Un altro personaggio che ho apprezzato è Adam Kenton. Lo definirei un segugio.

Lui è un giornalista, il migliore della rivista Newstime, che inizierà la caccia all’assassino svolgendo ricerche e studi attraverso canali differenti da quelli della polizia. Investigazioni parallele.

Tenterà di studiare i pensieri più profondi di Bishop. E noi con lui.

La trama, secondo il mio parere, è travolgente. Tutti i personaggi che la caratterizzano, si muovono in un’epoca passata e, al lettore, non rimane che immergercisi per seguirli.