Il massacro del monte Rainier – cosa ne penso

Ultimo libro letto: Il massacro del monte Rainier, di Max Brooks.

335 pagine

Genere horror – thriller

Editore Mondadori

Trama

Greenloop è una piccola comunità esclusiva eco-tech, un insediamento idilliaco isolato fra i monti, ai piedi di un imponente vulcano: il Monte Rainier. A Greenloop le case sono case intelligenti, alimentate da pannelli solari, e utilizzano i rifiuti per produrre metano, i rifornimenti sono portati da droni e furgoni elettrici senza conducente, insomma le tecnologie più avanzate sono al servizio dell’ambiente. È qui che Kate e Dan hanno trovato una nuova casa fra persone che la pensano proprio come loro, nella speranza che questo rappresenti un nuovo inizio per il loro matrimonio. Ma quando il vulcano nelle vicinanze comincia a eruttare, Greenloop si trova tagliata fuori dal resto del mondo e dalla consegna settimanale di generi alimentari. In breve la situazione nell’insediamento si fa molto preoccupante: l’inverno è alle porte e ogni notte si sentono delle urla più o meno lontane. Da qualche parte nei boschi si aggirano fameliche divinità misteriose e spietati predatori, creature simili a scimmie altamente sviluppate guidate da un feroce istinto di sopravvivenza. E ogni notte le urla si avvicinano…

Quando finalmente la cenere dell’eruzione del Monte Rainier si posa e la furia distruttiva del vulcano si calma, qualcuno si rende conto che la storia del terribile massacro di Greenloop è rimasta inspiegabile e che è giunto il momento di provare a far luce su quanto è successo. I diari di Kate Holland fortunosamente salvati raccontano una storia troppo straziante – e troppo sconvolgente nelle sue implicazioni – per essere dimenticata: la storia di un piccolo gruppo di umani da soli alle prese con terribili predatori. Una storia di ferocia e morte che è un viaggio scientifico ai confini tra verità e finzione.

Un horror appassionante sull’illusione umana di aver domato le forze distruttive della natura grazie alla tecnologia. Una storia terribile, per tempi terribili come i nostri.

Lettura terminata oggi, quindi fresca. Brooks precedentemente ha scritto War World Z, immaginando una serie di interviste a possibili testimoni e attori in quella guerra con i Non – morti, che ho apprezzato tantissimo. Ecco, la struttura è molto simile e da, al lettore, la possibilità di immergersi nella lettura da più punti di vista.

Il monte Rainier entra in attività, colate laviche scendono lungo i lati della grande montagna e Greenloop viene totalmente isolata. Nemmeno la rete funziona.

Gli animali fuggono, quindi molti predatori cercano di sopravvivere spostandosi. In questo romanzo si parla di Natura, predatori e prede ma non solo.

L’impianto narrativo è solido, secondo il mio punto di vista. Non ci sono tanti personaggi ma, quelli che tratteggia Brooks in questo romanzo, sono solidi e sfaccettati.

Katie e Dan Holland – una coppia sposata – sono gli ultimi ad arrivare a Greenloop, un piccolo borgo eco sostenibile. Katie è una delle voci narranti, la principale e quella che può raccontarci tutta la storia vissuta fino alla totale distruzione della località. Katie, sotto consiglio della psicologa, inizia a scrivere tutto ciò che le accade da quando si sono insediati nella loro villetta a due piani. Un altro personaggio importante (che ho apprezzato molto) è Mostar, una donna che proviene dall’est Europa ed è diventata un’artista con il vetro e il ferro, quasi una scultrice particolare.

Attraverso il diario di Katie, il lettore scoprirà la trasformazione di tutti i personaggi, dal primo giorno di insediamento, fino all’epilogo. Questo, a mio modesto parere, è uno degli altri punti di forza. L’arco narrativo è di circa due settimane, con l’inverno rigido alle porte.

Questa storia ha anche il pregio di catturare il lettore, che già conosce il finale, e spingerlo a leggere tutti gli avvenimenti che costellano i personaggi. La sopravvivenza, la guerra tra predatori e prede, e quel cambiamento che avviene in ogni essere vivente durante le crisi impreviste. Durante la lettura, già a metà romanzo, mi sono chiesto: Ma dai, vivete in America, patria di armi per la difesa legittima e personale, e non avete nemmeno una pistola, un fucile? Come per magia, è come se il romanzo mi avesse risposto. Durante una delle tante interviste, oltre al diario di Katie, potremo leggere anche quella fatta alla Capo Ranger Josephine Schell, in cui spiega che Tony Durant (il creatore di Greenloop) non ammetteva né armi e né animali domestici, come i cani per esempio. Questa comunità era nata per convivere con la Natura, di cui era circondata, e niente doveva modificarla o intralciare la naturale crescita e la simbiosi che si cercava di creare.

In questo romanzo troverete tanta suspense e la voglia di capire esattamente cosa sia successo.

Straconsigliato.  

Un piccolo odio – cosa ne penso

Joe Abercrombie è un autore che non conoscevo, fino a qualche mese fa. Un giorno, in libreria, ho visto la copertina di Un piccolo odio e non ho potuto fare a meno di leggere la quarta di copertina. Di cosa parla questo romanzo?

Trama:

Savine dan Glokta è la figlia dell’uomo più odiato del regno, l’Arcilettore, a sua volta pronta a diventare la serpe più velenosa degli affari e delle industrie, se questo le garantirà un primato in un mondo in cui sembrano comandare solo gli uomini. Leo dan Brock, il Giovane Leone, attende di essere nominato Lord Governatore per respingere le aggressioni di Crepuscolo il Possente e dei suoi uomini del Nord, ma imparerà che le leggende degli eroi nascondono molte zone oscure, fatte di tradimenti e compromessi. Vick si è unita agli Spezzatori che intendono difendere i lavoratori dalle misure rapaci dei padroni, ma nasconde una decisione presa anni fa, nei gelidi campi di prigionia. Grosso è un veterano di guerra che vorrebbe dimenticare gli orrori degli assedi e la forza micidiale che si annida nelle sue mani tatuate, ma passato e violenza non sono mai troppo lontani. Il vecchio Trifoglio vorrebbe solo starsene seduto a insegnare un po’ di arte della spada, ma sarà costretto ad accompagnare e consigliare un manipolo di giovani che lo irridono, e non conoscono la belva che è stato e può ancora essere. Il Principe Coronato Orso deve decidere se sprofondare definitivamente sotto le droghe, le cortigiane e il vino, oppure se mettere la sua intelligenza a servizio d’un sogno più grande, per sé e tutto il reame. I loro cammini si incroceranno e affronteranno una nuova età di tecnologia, potere economico, barbarie e follia, insurrezioni popolari e congiure di palazzo, duelli brutali nel Cerchio di scudi e il ritorno della magia. Sì, perché, se antichi stregoni decidono di allearsi con banchieri e ingegneri, al Nord invece la giovane Rikke scopre di possedere un dono invidiato e maledetto, la Vista Profonda, la capacità di vedere le ombre del passato e gli spettri del futuro. E come deciderà di impiegarla determinerà il destino di tutti.

Va detto che questo libro è il primo di una nuova trilogia: L’età della follia, Abercrombie ne aveva già scritta una – La prima legge – che non ho ancora letto.

Se avete amato ciò che ha scritto Martin, credo che anche queste storie possano fare al caso vostro. Il mio primo approccio con questo autore è stato ottimo e leggerò sicuramente il seguito, già pubblicato da qualche mese.

Lo stile di Abercrombie è un pugno nello stomaco, in senso buono, eh. Semplice, diretto, essenziale e brutale. I personaggi, come scritto nella quarta di copertina, sono parecchi e s’intrecciano in questo mondo Epic – Fantasy costruito in maniera accattivante. Certo, l’autore aveva un world – building già pronto e rodato grazie alla prima trilogia, ma non è scontato che un seguito possa piacere quanto i primi libri.

I capitoli sono molti e, spesso, anche brevi, ecco perché i punti di vista s’intersecano spesso. Questo è un altro pregio del romanzo. I personaggi, inoltre, sono molto sfaccettati e mai banali. Rikke è una dei miei preferiti.

I dialoghi li ho trovati perfettamente plausibili, quanto i luoghi descritti nella narrazione. Anche se non ho letto i fatti antecedenti, lo scrittore è riuscito a farmi entrare in queste pagine senza annoiarmi. Lettura consigliata.

Ossessione – Stephen King

Oggi vi parlerò di un romanzo particolare, scritto da Stephen King con lo pseudonimo di Richard Bachman nel 1977. La particolarità di questo libro è che oramai è quasi introvabile, ma ho trovato dei link su Amazon con prezzi altissimi, per veri collezionisti.

Di cosa parla questo libro?

Charlie è un ragazzo come tanti, uno studente che vive in provincia e che cerca di trovare la sua strada. Una mattina viene convocato dal preside della scuola e, per una bravata commessa tempo prima, viene sospeso. Questo avvenimento innesca una miccia pericolosa.

Ossessione è un romanzo che ho apprezzato molto, perché si tratta di una storia breve ma intensa.
Il personaggio principale è Charlie, un ragazzo “normale”, come la maggior parte dei suoi compagni di classe.
Il libro, scritto in prima persona, riesce a sprofondare il lettore nella storia. Ricco di flashback sul passato di Charlie, ma che non smorza la curiosità di voltare pagina, fino all’epilogo.
A volte, nella nostra mente, può incrinarsi qualche ingranaggio. Non si tratta di semplice pazzia, anche perché Charlie ha una mente lucida, ma non ha un piano prestabilito.
Il ragazzo decide di prendere in ostaggio la sua intera classe, e lo fa con aggressiva lucidità. Non ha paura delle conseguenze.
Fra rapitore e ostaggi si istaurerà un legame curioso e di rispetto.

Ossessione lo definirei un romanzo tra l’horror e il thriller molto ben costruito.
Anche con questo romanzo King non mi ha deluso.

Cosa leggere di Stephen King [Quarta Parte]

Un altro libro scritto da King che mi sento di consigliare? Pet Sematary e lo suggerisco per diversi motivi.

Autore Stephen King

Titolo Pet Sematary

Pag. 417

Genere Horror

Trama

Il dottor Louis Creed ha appena accettato l’incarico di direttore sanitario dell’Università del Maine, e con un certo entusiasmo: posizione di prestigio, magnifica villa di campagna dove Eileen e Gage, i suoi bambini, possono crescere tranquilli, vicini gentili e generosi in una cittadina idilliaca lontana dal caos metropolitano. Persino Winston Churchill, detto Church, il loro pigro e inseparabile gattone, sembra subito godere dei vantaggi della nuova situazione. Ben presto, però, la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti: piccoli incidenti inspiegabili che coinvolgono i bambini, pericolosi e giganteschi camion che sfrecciano sulla superstrada proprio sotto casa Creed, incontri diabolicamente sorprendenti e, soprattutto, sogni. Sogni oscuri e terribilmente realistici che perseguitano Louis da quando ha visitato il Pet Sematary, il cimitero dove i ragazzi di Ludlow seppelliscono da sempre i loro animali domestici. Ufficialmente. Perché oltre quella radura, nascosto tra gli alberi, c’è un altro terreno di sepoltura, ben più terrificante. Un luogo carico di presagi e di richiami, spaventosi quanto irresistibili, provenienti da un altro mondo. Un luogo dove al dottor Creed toccherà una scoperta raggelante: a volte è meglio essere morti… Pet Sematary, definito dal Washington Post «folle, potente, disturbante», è un vero e proprio classico della letteratura horror, ispirato, parola di King, da un leggendario racconto popolare: La zampa di scimmia.

Quasi tutti avranno visto i film tratti da questo romanzo, ma, credetemi, leggerlo sarà ancora più coinvolgente. Anzi, non ci sono proprio paragoni.
King, con questa storia, riesce a costruire il dramma della morte, della perdita in famiglia, con angoscia crescente.
Premetto che avevo iniziato la lettura dopo aver perso Max, il mio cane che è stato in famiglia per nove anni. Perciò mi sono immedesimato molto. Però ditemi chi, nel tempo, non ha perso un cane o un gatto a cui era affezionato.
Poi si passa ad una sorta di angoscia più profonda. Il libro è scorrevole, le pagine le sfoglierete una dopo l’altra immergendovi nella tragedia che l’autore ha costruito con attenzione.
Questo romanzo lo consiglio agli amanti del genere, ma anche a chi volesse accostarsi per la prima volta al re del brivido. Dopo questa lettura, ne sono sicuro, leggerete altro di Stephen.

Cosa leggere di Stephen King [Terza parte]

Breve premessa.

È molto che non aggiorno il blog ma non ho mai pensato di smettere, come non ho mai pensato di smettere di scrivere. Quindi scusate la mia lunga assenza. Anche le mie pagine social sono rimaste ferme, congelate per quasi due anni. Per chi fosse interessato, lentamente, sto riorganizzando le idee per riprendere anche a scrivere racconti e romanzi. Prossimamente pubblicherò un racconto inedito, forse a puntate, dal titolo Azovstal. Sappiamo tutti cosa sta accadendo in Ucraina e a Mariupol. Azovstal è un luogo di particolare interesse. Azovstal è un complesso di fabbricati in cui risiede una delle più grandi acciaierie d’Europa. Ha un’importanza strategica.

Tornando al racconto, prenderò in prestito quattro personaggi di Dreamworld – Sean Balducci (il seguito di Io, Katy e Lupo) e li trasporterò fra le lamiere contorte di quell’acciaieria. Fine della premessa.

Il post di oggi sarà incentrato su Stephen King e su quali romanzi possano essere letti dai nuovi potenziali lettori.

22-11-63

Autore Stephen King

Genere Fantascienza

Pagine 768

Trama:

Il 22 novembre 1963 tre spari risuonarono a Dallas, il presidente Kennedy morì e il mondo non fu più lo stesso. Se fosse possibile cambiare il corso della Storia, tu lo faresti? È quello che si domanda Jake Epping, tranquillo professore di Lisbon Falls, Maine, quando scopre che la tavola calda del suo amico Al nasconde un segreto. La dispensa è in realtà un passaggio temporale e conduce al 1958. Per Jake è una rivelazione sconvolgente, eppure l’incredulità non gli impedisce di tornare ai favolosi anni Sessanta e cominciare una nuova esistenza nel mondo di Elvis Presley e James Dean, del twist e delle automobili interminabili. Un mondo in cui Jake si lascerà coinvolgere in una missione straordinaria: fermare Oswald e salvare Kennedy. Sovvertendo per sempre tutte le regole del tempo. E della Storia.

Alla fine del libro potrete leggere una postfazione molto interessante. Intanto va detto che questa storia ha atteso decenni prima di essere terminata. E questo lo capisco, è giusto, anche per la mole di documentazione che c’è stata dietro. King ci racconterà con quante persone ha interagito, durante la stesura del romanzo.
È scritto in prima persona e il personaggio principale è un professore di letteratura. Jake Epping ha un solo vero amico, che gestisce una tavola calda. Al, questo è il nome del suo amico, un giorno gli rivela un segreto: nella dispensa del locale c’è un passaggio temporale. Chiunque lo varchi, si ritroverà nel 1958.
Al gli racconta questa storia perché ha i giorni contati a causa di una malattia. Al vuole che il professor Epping attraversi quel cunicolo, segua il suo piano dettagliatamente studiato, e salvi la vita al presidente Kennedy, nel 1963.
Il romanzo ha una trama che ti tiene incollato alle pagine. Jake Epping vivrà un’esperienza indimenticabile e la farà vivere anche a noi lettori.
Il romanzo è complesso anche per le sottotrame, visto che il professore sarà costretto a “vivere” una nuova vita nel passato. Conoscerà persone e custodirà diversi segreti. Per cinque lunghi anni dovrà capire tutto di Oswald, finché non arriverà il giorno dell’attentato.

Io ti troverò – di Shane Stevens

Io ti troverò.

Autore: Shane Stevens

Fazi editore

Pag 978

Genere: Thriller

€19,50

A dieci anni Thomas Bishop viene internato in una clinica psichiatrica dopo aver ucciso la madre che lo seviziava da sempre.
Quindici anni dopo, evade dall’istituto e dà inizio a una fuga sanguinaria sul cui cammino sono ancora le donne a cadere. Un omicidio, due, poi saranno decine. Bishop tortura e uccide spostandosi da Las Vegas a Chicago, a New York.
Un personaggio intero ma straordinariamente umano, del quale Shane Stevens è cronista implacabile raccontandone nel dettaglio l’infanzia e gli anni di reclusione, le quotidiane strategie di sopravvivenza e la ferocia omicida. Ne emerge un indimenticabile ritratto della follia, di quel concatenarsi di storie, incontri o mancati incontri che conducono un uomo a cedere alla violenza, all’orrore, alla distruzione dell’altro e di sé.
E accanto a questa ombra che ferisce a morte le grandi metropoli del continente, emerge il volto oscuro dell’America degli anni Settanta, restituito attraverso il racconto di una caccia all’uomo che coinvolgerà tutti, poliziotti e giudici, politici e giornalisti, beffati dall’astuzia dell’assassino e incatenati, loro malgrado, alla sua testarda, deviata umanità.

Ho terminato la lettura di questo libro e penso sia un capolavoro.

Quale potrebbe essere il Target di lettori? Oh, penso che lo possano leggere tutti, anche chi non ama il genere: il thriller.

Breve premessa: l’autore ha scritto il romanzo negli anni 70, pubblicato negli Usa nel 1979 e, adesso, tradotto e stampato in Italia.

Pensando alla trama, alla storia complessa che ha saputo scrivere Stevens, non può che venirmi in mente un’intricata ragnatela di eventi e di personaggi. In gioco non ci sono solo le donne massacrate da Bishop, c’è la politica di quell’epoca, ci sono giornalisti in cerca scoop, la polizia che brancola nel buio per quasi tre mesi.

In realtà, quello che leggerete, non sono altro che tre libri in uno. Un volume corposo. Un inedito incrocio tra romanzo thriller e uno spietato resoconto dei fatti avvenuti.

I personaggi sono molti – e questo a qualcuno ha dato fastidio – ma non al sottoscritto. Sono svariati anche i punti di vista, anche se Stevens non salta da uno all’altro a casaccio, ma segue il disegno che aveva in mente.

Il lettore conoscerà bene Thomas Bishop e lo seguirà ovunque, ascoltando i suoi pensieri perversi, lucidi, folli. Conoscerà ogni sua mossa, i punti di vista, anche gli incubi che tormenteranno le sue notti nelle varie città. Un lungo viaggio scandito dagli omicidi e dal suo modus operandi.

Una cosa che ho apprezzato di Stevens, è anche quella ricerca perfetta sulla vita dell’assassino. Sin dalla nascita, proseguendo con la crescita insieme a una madre leggermente disturbata.

Leggendo quello che hanno passato la madre e il padre di Thomas, l’autore ci conduce e ci mostra il seguito della storia di questo uomo. Ce lo rende reale. Ci fa comprendere ogni suo folle pensiero: folle per noi che leggiamo! Ecco, lo rende credibile.

Un altro personaggio che ho apprezzato è Adam Kenton. Lo definirei un segugio.

Lui è un giornalista, il migliore della rivista Newstime, che inizierà la caccia all’assassino svolgendo ricerche e studi attraverso canali differenti da quelli della polizia. Investigazioni parallele.

Tenterà di studiare i pensieri più profondi di Bishop. E noi con lui.

La trama, secondo il mio parere, è travolgente. Tutti i personaggi che la caratterizzano, si muovono in un’epoca passata e, al lettore, non rimane che immergercisi per seguirli.

Horror Cam

Un altro libro letto e piaciuto: Horror Cam

Autrice Silvia Benedetta Piccioli.

Edito da Dunwich Edizioni.

Genere Horror per ragazzi, ma godibilissimo anche per gli adulti.

Pagine 132

ebook Euro 3,99 – cartaceo 14,90

Di cosa parla?

Camilla, dodici anni, scrive storie di paura sul suo blog, HorrorCam. Un giorno riceve una strana e-mail da un indirizzo di posta sconosciuto, che riporta solo due parole: Villa Leuco. Camilla scopre che si tratta di una grande casa del Settecento immersa nella campagna a pochi chilometri dalla città in cui vive, e che è rimasta disabitata dal 1998, anno in cui morì la figlia dei proprietari. Insieme a suo fratello Filippo e ai suoi amici, Daniele ed Ella, Cam deciderà di andare a esplorare la casa e scoprire perché nessuno ci abbia più messo piede, sperando di ricavarne una nuova, incredibile storia per il suo blog. E se la casa fosse veramente infestata dallo spirito della bambina? Come se non bastasse, quando arrivano alla Villa, Cam si accorge che qualcuno li sta seguendo…

Il personaggio principale è Camilla (Cam), una dodicenne che ama spaventarsi leggendo storie horror. Crea un blog nel quale vuole riversare racconti che spaventino ogni lettore che la segua.

Ci sono altri tre personaggi secondari molto ben delineati, che accompagneranno la nostra Cam per tutto il romanzo: il fratello Filippo, Daniele un amico fedele e la sua migliore amica, Ella.

Come già scritto nella trama, Camilla riceverà una mail strana, in cui le viene suggerito il nome di una villa: Villa Leuco. La curiosità prenderà il sopravvento, costringendo Cam a fare tutte le ricerche su quella villa disabitata. Immaginate una ragazzina appassionata di storie horror, magari in cerca di spunti per scrivere le sue storie da pubblicare sul nuovo blog. La miccia si è accesa, le ricerche su quel luogo faranno accendere l’immaginazione della piccola Cam. Filippo verrà coinvolto, come anche gli altri due ragazzi.

L’autrice lavora molto bene sulle vicende antecedenti alla visita nella villa. Ci fa conoscere i quattro ragazzi, con pregi e difetti, con le tante sfaccettature dei personaggi. Riesce a instillare la giusta dose di curiosità e voglia di sapere cosa accadrà in quella villa.

Il piano viene studiato alla perfezione, fin nei più piccoli dettagli. E così anche il lettore accompagnerà i quattro ragazzi in quella tenuta abbandonata. Le descrizioni dei posti sono affascinanti. L’autrice riesce, attraverso descrizioni dettagliate, a farci vedere le stanze, le scalinate, tutti i luoghi impregnati di polvere e decadimento.

Camilla è il personaggio che preferisco, anche per come ragiona e per il background che l’autrice ha costruito. Mi ha ricordato le avventure che ho vissuto alla sua età, alla fantasia sfrenata quando andavo in cerca di avventure con il mio gruppo di amici. Ogni luogo ha le sue leggende, o posti abbandonati da visitare.

Tornando al romanzo, credo si possa dividere in due fasi: la ricerca e la visita alla villa, le varie scoperte che farà il gruppo di ragazzi subito dopo. Non posso e non voglio svelarvi oltre, anche perché vi toglierei il gusto della lettura.

Il finale del romanzo vi risulterà aperto, probabilmente perché ci sarà un seguito, almeno me lo auguro.

Consiglio questo romanzo a tutti gli appassionati di questo genere, grandi e più piccoli, perché merita davvero di essere letto.

Lindworm

L’ultimo libro letto e apprezzato è Lindworm, scritto da Alessandro Girola.

Lindworm

Alessandro Girola

Selfpublishing Amazon

59 pagine – Racconto lungo

Ebook 2,69 Euro – cartaceo 5,99 Euro

Trama

Norvegia settentrionale, agosto.
Un tour di turisti italiani si imbatte in una serie di paesi e di punti di ristoro abbandonati in tutta fretta. Non c’è più traccia di esseri umani da nessuna parte, nemmeno lungo la strada che porta a Capo Nord.
Dove sono finiti gli abitanti del posto? Perché i cellulari hanno improvvisamente perso il segnale? Quale minaccia incombe sul Nord-Norge?

Si tratta di una breve ma intensa storia, secondo me. L’autore ha trascorso le vacanze in Norvegia e ha preso spunto per scriverne un’intrigante narrazione. I personaggi sono ben caratterizzati, nonostante il racconto sia corto. L’ambientazione viene descritta benissimo.

Lindworm contiene una miscela di generi che vengono amalgamati perfettamente. La storia scorre senza annoiare, anzi, incuriosisce sempre il lettore.

Erica è una guida turistica, Samuel un blogger scrittore particolare. Ecco, questi sono i due personaggi che mi hanno affascinato di più.

Non posso svelare oltre la trama, perché credo che ogni lettore dovrebbe scoprire questa interessante storia.

Consigliata agli amanti del mistero, del soprannaturale e dell’avventura.

La cisterna

Oggi voglio parlarvi di una bella lettura che ho fatto di recente.

La cisterna, scritto da Nicola Lombardi.

Edito da Dunwich Edizioni.

204 pagine.

Ebook 3,99 Euro

Cartaceo 9,40 Euro

Trama:

Nuovo Ordine Morale. Una feroce dittatura militare. Un nuovo sistema carcerario estremo in cui le Cisterne rappresentano il terribile strumento per una radicale epurazione della società. Giovanni Corte, giovane pieno di speranze, conquista l’ambito ruolo di Custode della Cisterna 9, nella quale dovrà trascorrere un anno. E comincia così per lui un cammino – inesorabile, claustrofobico, allucinante – lungo gli oscuri sentieri dell’anima umana, verso il cuore buio di tutti gli orrori che albergano fuori e dentro ciascuno di noi.

Intanto ci troviamo in Italia, con il Nuovo Ordine Morale che gestisce e governa il nostro paese. Giovanni Corte è diventato il custode della cisterna numero 9. Il suo ambito incarico lo porterà per dodici lunghi mesi a vivere e gestire questa “straordinaria” struttura, totalmente isolato dal resto del mondo. Se amate immergervi in totale simbiosi con il personaggio principale, all’interno di un caleidoscopio suggestivo di paure, timori, ossessioni, speranze, beh, questo libro farà per voi. Lo stile lo definirei riflessivo, che va a marcare le mille sfaccettature del custode della Cisterna. Giovanni è un personaggio tridimensionale, con pregi e difetti. Mi è piaciuto molto. Si tratta di un romanzo potente, in grado catturare il lettore e trascinarlo nell’oblio e nell’orrore in cui versa il nostro paese in questa storia. Inoltre, volevo sottolineare la bravura dell’autore, nell’aver reso tangibili quelle sensazioni provate da tutti personaggi del romanzo. Il finale non è scontato affatto. Consigliatissimo.

Cosa leggere di Stephen King [Seconda Parte]

Oggi vorrei consigliarvi la lettura di un altro libro di Stephen King. Un romanzo che è riuscito a incollarmi alle sue pagine. Come succede spesso, King ha lavorato veramente bene sui personaggi.

La lunga marcia è uno di quei romanzi che all’epoca era uscito con lo pseudonimo di Richard Bachman.

Trama.

Dai confini con il Canada sino a Boston a piedi, senza soste. Una sfida mortale, con un regolamento implacabile, per cento volontari: un passo falso, una caduta, un malore e si viene abbattuti. Ma chi riesce a tagliare il traguardo otterrà il Premio. Tra i partecipanti, fra cui spicca il sedicenne Garraty, si creano rapporti di sfida, di solidarietà e di lucida follia, lungo il terribile percorso scandito dagli incitamenti della folla assiepata ai margini della strada. Un incubo on the road che solo King poteva concepire.

All’inizio non ero sicuro che mi sarebbe piaciuto e, uno dei motivi, è la trama.
Una corsa lunghissima, cento partecipanti, televisioni e pubblico che seguono questo evento. Per farmi arrivare fino all’ultima pagina, ce ne avrebbe dovuto mettere di cose interessanti. Non mi sarei dovuto annoiare.
Garraty è il personaggio principale e, giuro, ho patito e sofferto con lui. King me lo ha fatto amare ma non subito. Leggendo, pagina dopo pagina, è riuscito a farmelo conoscere con tutte le sue sfaccettature. E questo è uno dei punti di forza. Tutto il contorno della gara è costellato da avvenimenti, pensieri, mentre il lettore legge e la gara al massacro prosegue inesorabile.

All’interno della storia non ci sono punti morti che annoiano. I flussi di coscienza di Garraty sono sempre funzionali e tengono incollati alla pagina. Inoltre King ci ha fatto notare quanto la società sia cinica, e interessata a programmi televisivi che riprendono questa corsa massacrante. Il romanzo non può essere classificato in un solo genere. Forse come distopico e thriller.
Una lettura da fare seduti sul divano: consigliatissima.